Cannonau
di B. Bruni
da "Cannonau", in Principali vitigni da vino coltivati in Italia - Volume I, Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste, 1960

Sinonimi (ed eventuali errati)

Il primo che ne ha fatto cenno fu il Manca che lo ha nominato "Cannonadu"; l'Acerbi lo chiama "Canonao"; il Moris "Cannonau", classificandolo come Vitis praestaus nigra. Il barone Mendola nomina il "Cannonadu nieddu", "Canonao", "Cannono". è descritto nei Bollettini ampelografici con il nome di "Canonao", "Cannona"; in esso a pagina 76 è scritto "che, secondo le annotazioni fornite dal prof. Nicola Meloni, corrisponde all'"Alicante" di Spagna, al "Grenache" di Francia", e a pagina 90 che "è identico al "Granaxa" di Aragona e al "Grenache" dei Francesi". è chiamato inoltre: "Cannonaddu", "Cananao". E, secondo Cettolini, "Cannonatu" a Tempio e "Retagliadu nieddu" a Sorso. Alcune volte, frammisto tra le altre viti, si trova un clono, chiamato "Cannonao bastardu" o "selvaggio", più vigoroso e con grappolo più spargolo, dovuto alla presenza di fiori autosterili.

Descrizione Ampelografica

Per la descrizione di questo vitigno è stato utilizzato un clono coltivato in un vigneto sito in provincia di Sassari, comune di Bonnannaro, località Pianargia. I caratteri e le attitudini del vitigno sono state confrontate con quelle riscontrate su viti coltivate in altre zone della stessa provincia e in quelle di Nuoro e di Cagliari.

Germoglio di 10-20 cm

Figura 1: Apice di Cannonau.

Apice: piccolo o medio, a ventaglio, aracnoideo, verde pallido, spesso con orlo carminato.

Foglioline apicali (dalla 1a alla 3a): a gronda, aracnoidee, verde pallido, spesso con orlo carminato, seno peziolare a V aperto.

Foglioline basali (dalla 4a in poi): ondulate, glabre, verde-giallastre, seno peziolare a V aperto.

Asse del germoglio: glabro, verde, eretto.

Germoglio alla fioritura

Apice: piccolo o medio, a ventaglio, aracnoideo, verde.

Foglioline apicali: a gronda, aracnoidee, verde pallido, seno peziolare a V.

Foglioline basali: a bordi sollevati, glabre, verde, seno peziolare a V.

Asse del germoglio: glabro, verde, ricurvo.

Tralcio erbaceo: quasi circolare, liscio, verde.

Viticci : intermittenti, bi-trifidi, di medio vigore, verdi.

Infiorescenza: di media grandezza, conica o cilindro-conica, racimoli e fiori semi-serrati, peduncolo grosso e verde.

Fiore: bottone fiorale periforme, mezzano, corolla verde con stella rossa, apertura regolare; fiore aperto: ermafrodita regolare, autofertile.

Figura 2: Foglia di Cannonau.

Foglia: di media grandezza, reniforme od orbicolare, generalmente trilobata, raramente quinquelobata; seno peziolare a lira, aperto, mediamente profondo, seni laterali superiori ellissoidali, chiusi o semichiusi, poco profondi; seni laterali inferiori mancanti o a V, semichiusi, poco profondi. Pagina superiore glabra, verde ordinario, quasi lucente; pagina inferiore glabra; lembo ondulato, superficie liscia; lobi spioventi; angoli alla sommità del lobo retti o leggermente ottusi; nervature principali sulla pagina inferiore di colore verde-giallastro, glabre o con rari peli sparsi. Dentatura mediamente regolare in 1, 2 o 3 serie, con denti di media grandezza, a margini leggermente carenati, a base di media larghezza.

Picciolo: di media lunghezza o quasi corto, di media grossezza, verde leggermente sfumato di rosa, glabro.

Colorazione autunnale delle foglie: assumono un colore giallastro, più o meno sfumato e screziato di rosso-cremisi.

Figura 3: Grappolo di Cannonau.

Grappolo a maturità industriale: di media grandezza, serrato o semi-serrato (per leggera colatura), conico o cilindro-conico, qualche volta alato, peduncolo di media grossezza, verde, semi-legnoso; pedicello di media lunghezza o quasi corto, di media grossezza e di colore verde: cercine mediamente evidente, piccolo, verde; pennello piccolo, esile, verde-giallastro, leggermente sfumato di rosa.

Acino: medio, rotondo o sub-rotondo, sezione trasversale regolare; buccia sottile e consistente, di colore nero-violaceo, molto pruinosa, ombelico mediamente evidente; polpa sciolta, a sapore neutro, succo leggermente colorato in rosa; separazione dell'acino dal pedicello regolare.

Vinaccioli: 1 a 3 per acino, piccoli, un po' panciuti, becco regolare e calaza ovale.

Tralcio legnoso: di media grossezza, corto, consistente, con femminelle in numero e vigore scarso, a sezione ellittica e superficie liscia, nodi grossi e di colore eguale o leggermente più inarcato di quello dei meritalli, che sono corti, con corteccia di colore marrone pallido, striature mediamente fitte, irregolari e poco marcate; diaframmi sottili; midollo di media grossezza; gemme di media grandezza, coniche, mediamente sporgenti.

Tronco: vigoroso.

Fenologia

Condizioni d'osservazione: si considerano quelle riguardanti il vigneto sopra indicato.

Ubicazione

Longitudine: 8° 38' E.

Latitudine: 40° 35' N.

Altitudine: m 360 s.l.m.

Esposizione: sud-ovest, con orientamento dei filari: est-ovest.

Portinnesto: "Rupestris del Lot".

Età delle viti : 12 anni.

Sistema d'allevamento: alberello sardo.

Forma di potatura: corta, a cornetti di 2 o 3 gemme.

Terreno : di collina, siliceo-argilloso.

Fenomeni vegetativi

Germogliamento: in epoca ordinaria o tardiva.

Fioritura: in epoca ordinaria.

Maturazione dell'uva: 3a-4a epoca.

Inizio cambiamento colorazione delle foglie: epoca tardiva; caduta delle foglie: epoca ordinaria.

Caratteristiche ed Attitudini colturali

Vigoria: media: vuole sistemi d'allevamento a media espansione e potatura corta.

Produzione: abbondante e abbastanza costante.

Posizione del primo germoglio fiorifero: dal 3° o 4° nodo.

Numero di infiorescenze per germoglio: dal 1° alla base, dagli altri generalmente 2 e anche 3.

Fertilità delle femminelle: nulla o scarsa.

Resistenza alle avversità: massima ai freddi invernali e primaverili; sufficiente le foglie e i grappoli alla peronospora, un po' meno all'oidio, molto al marciume.

Affinità con i portinnesti: secondo il Mameli, ottima con la "Rupestris du Lot" ed il "420 A" ; buona con la "Riparia gloire"; la "3309" e la a "17.37"; mediocre con la "Riparia grande glabra" e la "157.11".

Esigenze: in Sardegna non presenta, come ha scritto il Mameli, "particolari esigenze di clima e di terreno, ma per la produzione del vino liquoroso gli convengono il clima caldo e il terreno calcare-siliceo, alquanto fresco. Nei terreni calcarei secchi è molto soggetto all'aborto dei fiori".

Utilizzazione

Esclusivamente per la vinificazione.