Terrano
di I. Cosmo, A. Benedetti e R. Forti
da "Terrano", in Principali vitigni da vino coltivati in Italia - Volume I, Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste, 1960

Sinonimi (ed eventuali errati)

I più comuni ed adottati ancora oggi giorno sono: "Terrano del Carso", "Terrano d'Istria", "Refosco del Carso" e "Refosco d'Istria". Meno diffuso è invece il sinonimo di "Magnacan" da uno di noi rilevato percorrendo l'Istria prima dell'ultima grande guerra, sinonimo del quale non siamo tuttavia riusciti a ricostruire la genesi, a meno che l'uva di questo vitigno non fosse... particolarmente gradita dai cani. Certo si è che tale denominazione non doveva essere molto recente, poiché di un "Refosco Magnacan" si fa cenno verso la fine del secolo scorso in un interessante studio sulla viticoltura e l'enologia dell'Istria (Hugues, 1889). Ed è altrettanto certo che si ritrova il "Terrano" sotto il nome di "Cagnina" nelle province di Ravenna e di Forlì, in particolare nel Cesenate, dove tuttora è abbastanza rappresentato, sebbene la sua coltura non sia da raccomandare. è anzi probabile che il "Terrano" sia giunto in Romagna dall'Istria fin dagli ormai lontani tempi in cui dall'altra sponda dell'Adriatico perveniva nella nostra Penisola la famosa pietra d'Istria con la quale sono stati costruiti tra l'altro parecchi monumenti che ancor oggi si possono ammirare a Ravenna. Il "Terrano" l'abbiamo pure trovato in provincia di Rovigo, e più precisamente nel medio Polesine, sotto il nome di "Crodarina": denominazione assunta dal fatto che l'uva in quell'ambiente "croda", ossia perde facilmente gli acini a maturità. In Istria, dove il "Terrano" è molto diffuso, viene talvolta distinto un tipo "a raspo rosso", che sarebbe caratteristico delle terre rosse, ed uno "a raspo bianco", caratteristico viceversa delle terre bianche; dalle nostre osservazioni è però emerso che si tratta di semplici fluttuazioni ambientali, le quali non si manifestano costantemente neppure sullo stesso ceppo. Il "Refosco del Carso" non ha nulla a che vedere con i molti "Refoschi" (esempio: "Refosco di Rauscedo", "Refosco di Faedis" o "Refoscone", ecc.), che un tempo si coltivavano nel Friuli e che oggi, se si eccettua il "Refosco nostrano" o "Refosco dal pecol (peduncolo) rosso", sono pressoché scomparsi. Anche quest'ultimo (che ricorda molto il "Refosco del Carso", ma col quale però non va confuso) non è peraltro più da consigliare, a causa della sua scarsa produttività e della tardiva entrata in fruttificazione. Altri sinonimi, ormai però scomparsi dall'uso comune, sono i seguenti: "Refosca" e "Rifosco" (Di Rovasenda, 1877); "Reffosco", "Gallizio" e "Gallizza" in Istria (Molon, 1906). Nessuna analogia presenta invece il "Refosco" di cui trattasi con il "Raboso veronese" ed il "Raboso Piave" ("Friularo"), come si è altra volta sospettato (Molon), né con il "Dolcetto" (Goethe, 1876).

Descrizione Ampelografica

Per la descrizione ampelografica di questo vitigno è stato utilizzato un clone di "Terrano" ed uno di "Cagnina" esistenti presso la collezione ampelografica della Stazione Sperimentale di Viticoltura e di Enologia di Conegliano. I caratteri rilevati nella predetta collezione sono stati confrontati con quelli riscontrati sul "Terrano" coltivato in provincia di Gorizia ed in diverse altre località anche dell'Istria, passate alla Jugoslavia, nonché con quelli della "Cagnina", coltivata nelle province di Forlì e Ravenna e descritta da Palareti (1933), e dalla "Crodarina" coltivata nel medio Polesine (Rovigo).

Germoglio di 10-20 cm

Figura 1: Apice di Terrano.

Apice: medio, cotonoso, bianco-giallastro con sfumature rosa.

Foglioline apicali (dalla 1a alla 3a): spiegate, cotonose, verdastre con diffuse sfumature bronzate.

Foglioline basali (dalla 4a in poi): spiegate, aracnoidee superiormente, lanugginose inferiormente; di colore verde-giallastro.

Asse del germoglio: un po' curvo, talvolta a pastorale, lanugginoso nella parte estrema, aracnoideo in quella sottostante; verde con sfumature longitudinali bronzate-vinose.

Germoglio alla fioritura

Apice: espanso, cotonoso, bianco con sfumature bronzate.

Foglioline apicali: spiegate, cotonose, superiormente biancastre con denti verdi e glabri e mucrone bronzato; inferiormente biancastre in cui traspare una tinta giallo-bronzata; trilobate.

Foglioline basali: spiegate, le più giovani lanugginose e le altre aracnoidee superiormente e di colore verde giallastro; inferiormente cotonose, biancastre con nervature verdi coperte di leggera peluria; trilobate con seni poco profondi.

Asse del germoglio: un po' curvo, talvolta a pastorale.

Tralcio erbaceo: di sezione trasversale circolare, un po' costoluto, aracnoideo, verde con striature vinose, rosso violaceo marcato sul lato esposto al sole, meno evidente all'altezza dei nodi.

Viticci: bifidi, giallo dorati, intermittenti, formula 0-1-2-0-1-2...

Infiorescenza: piramidale, con un'ala talvolta molto sviluppata, lunga circa 15 cm.

Fiore: normale, ermafrodita, autofertile (Cosmo, 1940).

Figura 2: Foglia di Terrano.

Foglia: di grandezza media o più, tondeggiante, pentagonale, trilobata, con lobi appena accennati, angolo alla sommità del lobo terminale pressoché retto; seno peziolare a V mediamente aperto, talvolta a U. Seni laterali superiori a V aperta, appena accennati; pagina superiore glabra, verde-scura e opaca, bollosa; pagina inferiore grigio-verde per forte tomento feltrato, diffuso sul lembo e lungo le nervature, che presentano pure dei ciuffetti di pelo. Lembo poco spesso, piegato un po' a coppa con i bordi revoluti. Nervature di primo e secondo ordine sporgenti sulla pagina inferiore e infossate su quella superiore, di colore rosso diffuso per due-terzi della loro lunghezza sulla pagina superiore e soltanto verso la base in quella inferiore. Dentatura pronunciata, denti irregolari, doppi, convessi, a base larga.

Picciolo: medio o un po' meno, grosso, aracnoideo, rosso violaceo marcato, con canale non evidente.

Figura 3: Grappolo di Terrano.

Grappolo a maturità industriale: grande, lungo 20 cm circa, tipicamente piramidale a base larga, alato, mediamente compatto; peduncolo mezzano, grosso, lignificato alla base, di colore cannella-bruno e verde dopo la prima ramificazione; pedicelli medi, sottili, rosso-vivo; cercine evidente, liscio, rosso; pennello piccolo, di colore rosso vinoso; facile separazione del pedicello dall'acino.

Acino: di media grandezza (sui 15 mm) leggermente ellittico, sezione trasversale circolare; buccia blu intenso, molto pruinosa, un po' sottile; consistente; ombelico persistente; polpa sciolta, di sapore semplice, dolce, acidulo.

Vinaccioli: numero medio 2-3, di media grandezza e forma allungata.

Tralcio legnoso: di grossezza e lunghezza media, non ramificato; sezione trasversale circolare, superficie liscia, internodi lunghi circa 10 cm; colore bruno-nocciola con nodi un po' scuri; gemme normali.

Tronco: robusto.

Fenologia

Condizioni d'osservazione: Si considerano quelle riguardanti la collezione della Stazione Sperimentale di Viticoltura e di Enologia di Conegliano.

Ubicazione

Per l'ubicazione, il clima, il terreno, ecc., nonché le fasi vegetative della vite ed il calendario di maturazione dell'uva, si rimanda ad una delle seguenti monografie pubblicate in precedenza: "Tocai friulano", "Riesling italico", "Raboso Piave", "Raboso veronese", "Pinella".

Fenomeni vegetativi

Germogliamento: medio.

Fioritura: media.

Invaiatura: media.

Maturazione dell'uva : III-IV epoca.

Caduta delle foglie: normale, però resistono lungamente sulla pianta; in autunno le foglie si colorano leggermente in rosso bruno.

Caratteristiche ed Attitudini colturali

Vigoria: buona (esige potatura lunga).

Produzione: abbondante e costante.

Posizione del primo germoglio fruttifero: dalla 3a-4a gemma in poi.

Numero medio di infiorescenze per germoglio: 2.

Fertilità delle femminelle: nulla.

Resistenza alle avversità: soggetto un po' alla colatura ed all'impallinamento; buona resistenza alle crittogame e al marciume.

Comportamento rispetto alla moltiplicazione per innesto: normale.

Utilizzazione

Esclusivamente per la vinificazione.