da "Vermentino", in Principali vitigni da vino coltivati in Italia - Volume III, Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste, 1964
Sinonimi (ed eventuali errati)
Pochi vitigni da vino hanno un gran numero di sinonimi, veri o falsi che siano, come il "Vermentino". Gallesio (1839) lo confondeva con la "Vernaccia" e nella sua Pomona Italiana (sono note le argomentazioni addotte) cercava di dimostrare l'identità tra i due vitigni. Egli riteneva, infatti, che il "Vermentino" fosse la rinomata uva esaltata con il nome di "Vernaccia" dal Boccaccio, dal Sacchetti e da altri scrittori vissuti fra il 1300 e il 1500, mentre invece, come ebbe già ad affermare il Molon (1906), si tratta di due vitigni completamente diversi per origine e caratteri ampelografici. Ai tempi di Gallesio, nella zona delle Cinque terre il "Vermentino" era conosciuto con il nome di "Piccabon", quello stesso vitigno che il Guidoni (1825) sosteneva essere senza alcun dubbio "il Sauvignon dei francesi o Uva sapaiola". Nel resto della Liguria era dappertutto chiamato con il nome di "Vermentino", mentre con quello di "Rolle" era conosciuto nel territorio di Nizza e di "Verlantin" nella zona di Antibe in Francia, nomi che in questi medesimi luoghi il vitigno conserva tuttora, magari con qualche piccolo cambiamento ortografico, come è successo al nome di "Verlantin", che nel dipartimento delle Alpi marittime è diventato "Varlentin". Nel sud della vicina repubblica transalpina il vitigno è pure conosciuto con il nome di "Malvoisie à gros grains", mentre nei Pirenei orientali è anche noto come "Malvoisie du Douro", sinonimo questo ritenuto falso dal Branas (1959), come senz'altro errati sono quelli di "Canaiolo bianco" e di "Agostenga". In Corsica è soprattutto nel sud che viene denominato "Vermentino"; invece nel nord il vitigno è meglio conosciuto con il nome di "Malvasia grossa", salvo in Balagne dove è indicato col nome di "Carbesso" o "Carbes" (Levadoux, 1948). Di Rovasenda (1877) accertò che anche il "Brustiano bianco", giuntogli dalla Corsica, era identico al "Vermentino", e come sinonimo di quest'ultimo lo indicarono Salomone (1898) e Cavazza (1934), ma oggi nessuno, nemmeno in Corsica, lo chiama con quel nome. Molon (loc. cit.) pone anche la "Favorita" tra i sinonimi, ma questo vitigno dell'Albese in Provincia di Cuneo, pur essendo parecchio rassomigliante, è diverso dal "Vermentino", come d'altra parte è differente l'ancora più rassomigliante "Pigato", coltivato nelle Provincie di Savona e d'Imperia. [...] Come hanno riscontrato Breviglieri e Casini nella provincia di Massa Carrara esistono due diversi tipi di "Vermentino": il "serrato" e lo "spargolo", denominato localmente "sciolto". Essi variano nella forma del grappolo che, in quello "serrato", è medio o grosso (lunghezza 15-25 cm), piramidale alato, con una o due ali, mentre in quello "sciolto" è medio o medio-grosso lunghezza 14-20 cm), generalmente cilindrico, allungato. Anche negli acini esiste una differenza tra i due tipi di "Vermentino": in quello serrato gli acini sono medio-grossi o grossi, generalmente sferoidi, ma imperfettamente, perché a causa della compattezza del grappolo essi diventano leggermente allungati. Nel "Vermentino sciolto" l'acino è un po' più piccolo, non si discosta mai dalla forma sferoide ed ha una colorazione giallo-ambrata più estesa. Molto simile al "Vermentino" è il "Pigato", preferito da molti viticoltori della provincia di Savona per la maggior resistenza della uva al marciume e alle avversità patologiche. Sotto il punto di vista ampelografico le differenze non sono molte e riguardano soprattutto il grappolo, un po' più piccolo, quasi sempre piramidale e con gli acini di un bel colore giallo-ambrato, con caratteristiche macchie rugginose, dalla presenza delle quali il vitigno ha preso il nome (in dialetto ligure pigà vuol dire macchia). Come già riscontrava Marzotto (1935), anche la "Favorita" coltivata in una ristretta zona dell'Albese, in provincia di Cuneo, si differenzia in più d'un carattere dal "Vermentino".
Descrizione Ampelografica
La descrizione del vitigno è stata effettuata con le osservazioni su un clone esistente in zona collinare a Torino nel vigneto sperimentale di Superga dell'Osservatorio Piemontese di Frutticoltura "A. Geisser", integrate da altre eseguite nei vigneti più tipici di Pietra Ligure e di Diano Castello in Liguria.
Germoglio di 10-20 cm
Apice: espanso, cotonoso, biancastro, con orlo carminato [nella Favorita è globoso e vellutato].
Foglioline apicali (dalla 1a alla 3a): spiegate o leggermente piegate a gronda, cotonose, bianche con orlo carminato.
Foglioline basali (dalla 4a in poi): spiegate, coperte di fitta lanuggine nella pagina inferiore [nella Favorita è glabra] e di un tomento setoloso in quello superiore, che è di colore verde chiaro.
Asse del germoglio: ricurvo.
Germoglio alla fioritura
Apice: espanso, cotonoso, di color bianco con orlo carminato.
Foglioline apicali: piegate a coppa o a gronda, fortemente lanugginose, di color bianco con orlo ramato.
Foglioline basali: spiegate di colore verde chiaro, pagina superiore con tomento aracnoideo, fortemente vellutata quella inferiore.
Asse del germoglio: ricurvo.
Tralcio erbaceo: a sezione trasversale circolare, ma con contorno lievemente angoloso [nella Favorita è ellittico e costoluto], glabro con rade setole; colore verde con riflessi bruno-rossastri da un lato.
Viticci: intermittenti (formula 0-1-2-0-1-2-0) generalmente bifidi, ma anche trifidi, lunghi, abbastanza grossi, di colore verde chiaro, con sfumatura bruno-rossastra da un lato.
Infiorescenza: grandezza media, lunghezza 10-15 cm, cilindrica, serrata.
Fiore: ermafrodito, bottone fiorale globoso o piriforme, di grandezza media; apertura della corolla normale; autofertile.
Foglia: medio-grande, pentagonale, quinquelobata, con seno peziolare ad U più o meno largo ed a lira chiuso; seni laterali superiori a lira chiusa con bordi sovrapposti; seni laterali inferiori a lira chiusa; lembo piano o lievemente piegato a gronda; pagina inferiore setolosa o aracnoidea di colore verde chiaro, nervature sporgenti e verdi; pagina superiore glabra, di colore verde cupo e con nervature verdi; denti molto pronunciati irregolari, a margini convessi.
Picciolo: di media lunghezza e grossezza, glabro, di colore verde o leggermente e parzialmente vinoso; sezione trasversale con canale poco evidente.
Portamento della vegetazione: espanso o lievemente eretto.
Grappolo a maturità industriale: di grandezza media o medio-grosso (lunghezza 15-20 cm), per lo più cilindrico ma anche piramidale, mediamente spargolo; peduncolo visibile, erbaceo, medio-grosso.
Acino: medio-grosso di forma regolare, sferoide a sezione trasversale circolare, con ombellico persistente, buccia pruinosa, mediamente consistente di colore giallo-ambrato [nella Favorita è totalmente giallo, con colore più ambrato] nelle annate a decorso climatico favorevole durante la maturazione, altrimenti il colore è giallo-verdastro; regolare distribuzione del colore; polpa succosa con succo incolore, di sapore neutro; pedicelli medi che si separano facilmente dall'acino di colore verde, con cercine evidente di colore verde; pennello medio.
Vinaccioli: per lo più 2 per acino, piriformi, di grandezza media; becco tozzo e corto [nella Favorita è lungo e sottile].
Tralcio legnoso: lungo, di media robustezza, abbastanza elastico; corteccia ben aderente, di colore castano-chiaro, sezione ellittica; nodi con gemme ben sporgenti; internodi di lunghezza media.
Tronco: di buona vigoria.
Fenologia
Condizioni d'osservazione: il clone descritto è situato sulla collina di Superga nel comune di Torino, nelle seguenti condizioni.
Ubicazione:
Longitudine: 4°47' O (Monte Mario).
Latitudine : 4°4' N (Monte Mario).
Altitudine: m 500 s.l.m.
Esposizione: Sud-Est.
Portinnesto: 420A.
Età delle viti: 6 anni.
Sistema di allevamento: tipo Guyot.
Terreno: collinare di medio impasto (argilloso-calcareo).
Fenomeni vegetativi
Germogliamento: prima decade di Aprile.
Fioritura: prima decade di Giugno.
Invaiatura: fine di Agosto.
Maturazione dell'uva: ultima decade di Settembre.
Caduta delle foglie: l'inizio ha luogo con ritardo rispetto agli altri vitigni, verso la fine del mese di Ottobre, e la caduta ha termine nella terza decade di Novembre.
Caratteristiche ed Attitudini colturali
Vigoria: il vitigno predilige luoghi ben soleggiati, specie quelli in vicinanza del mare, dove i grappoli non vanno soggetti agli attacchi della "Botritis" e gli acini acquistano un bel colore ambrato; nell'entroterra vegeta bene, ma la fruttificazione oltre che relativamente scarsa è di qualità scadente. In collina, nei terreni asciutti a scistosi, viene allevato in filari, con potatura piuttosto corta, ma ricca. Invece in pianura, nei terreni profondi di alluvione, preferisce forme di allevamento più espanse, quali sono i pergolati.
Produzione: abbondante e costante, perché difficilmente è soggetto alla colatura.
Posizione del primo germoglio fruttifero: 1°-2° nodo.
Numero medio delle infiorescenze per ogni germoglio: 2.
Fertilità delle femminelle: scarsa, comunque trascurabile.
Resistenza alle avversità: piuttosto sensibile alle gelate e brinate a causa del germogliamento un poco anticipato nella stagione; teme alquanto la peronospora e la tignola dell'uva, mentre è discretamente resistente all'oidio.
Comportamento rispetto all'innesto: parecchi impianti nella zona tipica di produzione sono ancora franchi di piede; in quelli fatti con viti bimembri si sono dimostrati ottimi portinnesti tanto la Rupestris du Lot, quanto il "420A" e il "Kober 5BB"; questi due ultimi e specialmente il Kober 5BB sono attualmente i soggetti americani preferiti dai viticoltori.
Utilizzazione
Per la vinificazione.