Aglianico del Vulture
di V. Catalano, A. Cersosimo e L. Stramaglia
da "Aglianico del Vulture", in Principali vitigni da vino coltivati in Italia - Nuova serie, Vol. I, ISV di Conegliano Veneto- Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste, 1989

Sinonimi (ed eventuali errati)

L Aglianico del Vulture rappresenta un biotipo della vasta popolazione degli Aglianici differenziatisi, nel corso della loro coltura millenaria, in una zona di vastissima estensione che comprendeva la Campania, la Puglia, la Basilicata, il Molise, ma anche il basso Lazio, l alta Calabria e, in tempi più recenti, la Sardegna. I sinonimi accumulati da questo antichissimo vitigno appartengono ormai alla sua storia, ancora oggi, molti di essi continuano ad essere in uso in alcune zone dell Irpinia e dalla Basilicata. Tra i più diffusi nelle diverse epoche e località si ricordano: Aglianica, Agnanìco, Gnanico (a Potenza, Napoli, Salerno, Avellino, Benevento); Ellenica, Ellenico (a Torre del Greco, Taurasi e Campomaggiore); Ellanico (a Macchiagodena); Agnanico di Castellaneta (a Mottola); Agitano, Gagliano (a Sammarzano); Aglianico tringarulo, Trignarulo (a Calitri); Agliatico (a Gesualdo); Aglianico zerpoluso (ad Avellino); Glianica (a Pontelatone); Ghianna (a Rocca Romana); Uva dei cani (a Corato, Telve, Sogliano, Salve); Uva di Castellaneta (a Pulsano, Francavilla-Fontana); Ghiannara, Ghiandara (a Venafro, Pozzilli, Sesto Campano); Olivello di San Cosmo, Aglinicuccia, Aglianichella, Aglianico femminile (a Pozzuoli) ed ancora: Aglianico mascolino, Spriema, Cascavoglia, Fresella, Cerasole, Aglianico bastardo, Ruopolo, Aglianico nero, ecc. Nomi completamente errati risultano invece quelli di Aleatico (Odart) e Pignolo (Pasquale; Gasparini). C è ancora da ricordare che nomi come: Aglianico forte, Aglianico amaro, Aglianico rosso, Aglianico di razza o Aglianico di Porzia, Aglianico di Somma o Aglianica tosta, Aglianico lungo, Aglianico sorcella, Aglianico dolce, Aglianico piccolo, ecc., pare stessero ad indicare vitigni completamente diversi fra loro e dall Aglianico. Con Decreto del 30 Maggio 2018, pubblicato in Gazzetta ufficiale n. 133 dell 11/06/2018, è stata riconosciuta la sinonimia tra Aglianico del Vulture N. (266) e Aglianico N. (002).

Descrizione Ampelografica

La descrizione è stata effettuata presso l Azienda Agricola Sperimentale "Incoronata" di Melfi (PZ). I dati rilevati sono stati confrontati con quelli osservati presso altri vigneti della zona del Vulture e sui ceppi esistenti nelle collezioni dell Istituto Sperimentale per la Viticoltura.

Germoglio (osservazioni su germogli di 10-30 cm)

Figura 1: Apice di Aglianico Del Vulture.

001 - Forma dell estremità - 7) aperto

002 - Distribuzione della pigmentazione antocianica sull apice - 1) assente

004 - Densità dei peli striscianti (lunghi) sull apice - 9) fortissimo

- Colore dell apice - 4) verde giallognolo

- Asse del germoglio - 2) curvo (fino a 90°) appena

Foglioline apicali (le prime tre a partire dall apice)

- Aspetto del lembo - 1-3) spiegate la seconda e la terza; a gronda la prima

- Densità dei peli striscianti (lunghi) - 7) forte

- Colore (escluso gli antociani) - 4) verde giallognolo

Foglioline basali (quelle ancora in accrescimento poste immediatamente al di sotto delle prime tre)

- Aspetto del lembo - 1) spiegate

- Densità dei peli striscianti (lunghi) - 1-7) nulla o leggerissima sulla pagina superiore; forte sulla pagina inferiore

- Colore (escluso gli antociani) - 4) verde giallognolo

Germoglio alla fioritura

006 - Portamento - 1) eretto

007 - Colore della faccia dorsale degli internodi - 1) verde

008 - Colore della faccia ventrale degli internodi - 1) verde

009 - Colore della faccia dorsale dei nodi - 1) verde

010 - Colore della faccia ventrale dei nodi - 1) verde

011 - Densità dei peli diritti (corti) sui nodi - 1) nulla o leggerissima

012 - Densità dei peli diritti (corti) sugli internodi - 1) nulla o leggerissima

015 - Pigmentazione antocianica delle gemme - 1) nulla

Cirri

016 - Distribuzione sul tralcio - 1) discontinua

017 - Lunghezza - 5) medi

- Tipo - 2-3) bifidi o trifidi

Foglia giovane (le prime 6 foglie dell apice, alla fioritura)

051 - Colore della pagina superiore - 1) verde

053 - Densità dei peli striscianti tra le nervature della pagina inferiore - 3) leggera

055 - Densità dei peli striscianti sulle nervature principali della pagina inferiore - 3) leggera

Apice

- Forma dell estremità - 7) aperto

- Densità dei peli dritti (corti) sull apice - 3) leggera

- Colore (escluso gli antociani) - 3-4) giallo bronzato o verde

- Asse del germoglio - 1) eretto o appena curvo

Foglioline apicali

- Aspetto del lembo - 1-3) spiegata la terza; a gronda la prima e la seconda

- Densità dei peli striscianti - 7) forte

- Colore - 4) verde

Foglioline basali

- Aspetto del lembo - 1) spiegate

Figura 2: Foglia di Aglianico Del Vulture.

Foglia adulta

065 - Taglia - 3-5) piccola o media

066 - Lunghezza - 3-5) corta o media

067 - Forma del lembo - 3) pentagonale

068 - Numero dei lobi - 2-3) trilobata o pentalobata

069 - Colore della pagina superiore del lembo - 5) verde medio

- Colore della pagina inferiore del lembo - 3) verde chiaro

073 - Ondulazione del lembo fra le nervature principali o secondarie - 1) assente

074 - Profilo del lembo - 1) piano

- Profilo dei lobi - 1) piano

075 - Bollosità della pagina superiore del lembo - 3) leggera

076 - Forma dei denti - 3) a lati convessi

077 - Lunghezza dei denti - 3) corti

078 - Lunghezza dei denti in rapporto alla larghezza della loro base - 3) corti

- Regolarità - 1) irregolari

- Prominenza - 1) poco pronunciati

- Larghezza della base - 1) a base larga

079 - Forma del seno peziolare - 5-6) chiuso o a lobi leggermente sovrapposti

080 - Forma della base del seno peziolare - 2) sagomata a V

081 - Particolarità del seno peziolare - 3) presenza molto frequente di un dente sul bordo

082 - Forma dei seni laterali superiori - 2-3) chiusi o a lobi leggermente sovrapposti

083 - Forma della base dei seni peziolari superiori - 1) sagomata ad U

- Forma dei seni laterali inferiori - 2) chiusi

- Angolo della sommità dei lobi terminali - 3) ottuso

085 - Densità dei peli dritti fra le nervature della pagina inferiore - 3) leggera

087 - Densità dei peli dritti sulle nervature della pagina inferiore - 3) leggera

088 - Pelosità strisciante sulle nervature principali della pagina superiore - 1) assente

- Densità dei peli striscianti sulla pagina superiore - 1) nulla o leggerissima

- Lucentezza - 1) opaca

- Sporgenza delle nervature - 1) sporgenti

090 - Densità dei peli striscianti sul picciolo - 1) nulla o leggerissima

092 - Lunghezza del picciolo - 3) corto

093 - Lunghezza del picciolo in rapporto alla nervatura mediana - 3) più corto

- Grossezza del picciolo - 1-2) sottile o medio

- Sezione trasversale del picciolo con canale - 1) evidente

Tralcio erbaceo

- Sezione trasversale - 1) circolare

- Contorno - 1) liscio

- Tomentosità - 1) glabro

- Colore - 1) verde

- Diffusione del colore - 1) interamente diffuso

Sarmento (tralcio legnoso, dopo la caduta delle foglie)

101 - Sezione trasversale - 1) circolare

102 - Superficie - 1) liscia

103 - Colore generale - -) nocciola rossastro ai nodi

- Distribuzione del colore - 1) uniforme

- Superficie - 2) parzialmente pruinosa

104 - Lenticelle - 1) assenti

- Corteccia - 2) resistente

- Lunghezza - 3) corto

- Consistenza - 4) elastico

- Aspetto - 1) poco ramificato

- Nodi - 2) non molto evidenti

105 - Densità dei peli dritti sui nodi - 1) nulla o leggerissima

106 - Densità dei peli dritti sugli internodi - 1) nulla

- Gemme - 1) appuntite

- Gemme - 2) evidente

- Cercine peziolare - 2) stretto

- Cercine peziolare - 1) sporgente

- Sezione longitudinale del tralcio all altezza del nodo - 2) diaframma piano-convesso

Tronco

- Aspetto - 2) medio

Infiorescenza

151 - Sesso del fiore - 3) ermafrodita

152 - Livello d inserzione della prima infiorescenza - 1) primo o secondo nodo

153 - Numero di infiorescenze per tralcio - 2) 1,1 a 2 infiorescenze

154 - Lunghezza dell infiorescenza prossimale - 3) corta (da 5 a 10 cm) - 5) media (da 10 a 15 cm)

- Forma del bottone fiorale - 2) piriforme

- Dimensione del bottone fiorale - 2) medio

- Fertilità del fiore - 1) autofertile

Figura 3: Grappolo di Aglianico Del Vulture.

Grappolo

201 - Numero medio di grappoli per tralcio - 2) da 1,1 a 2 grappoli

202 - Taglia - 3) piccolo

203 - Lunghezza - 3-5) corto o medio

- Forma del grappolo - 1-2) conico o cilindrico

- Forma del grappolo - 1-2) semplice o alato

204 - Compattezza del grappolo - 5) medio

205 - Numero degli acini - 3-5) basso o medio

206 - Lunghezza del peduncolo - 3) corto (da 3 a 5 cm)

207 - Lignificazione del peduncolo - 5) media (semilegnoso)

- Grossezza del peduncolo - 1) sottile

Acino

220 - Grossezza - 3-5) piccolo o medio

221 - Lunghezza - 3) corto (da 10 a 17 mm)

222 - Uniformità della grossezza - 2) uniforme

223 - Forma dell acino - 3) arrotondata

224 - Sezione trasversale - 2) circolare

225 - Colore dell epidermide - 6) bleu-nero

226 - Uniformità del colore dell epidermide - 2) uniforme

227 - Pruina - 7) forte

228 - Spessore della buccia - 5) media

- Consistenza della buccia - 1) tenera

229 - Ombelico - 2) apparente - 2) prominente

230 - Colorazione della polpa - 1) scarsamente colorata

232 - Succulenza della polpa - 2) succosa

233 - Rendimento in succo - 5) medio

234 - Consistenza della polpa - 1) molle

236 - Particolarità del sapore - 1) nessuna

238 - Lunghezza del pedicello - 3) corto (da 4 a 8 mm)

239 - Separazione del pedicello - 2) facile

- Colore del pedicello - 1) verde

- Cercine - 1) evidente

- Colore del cercine - 1) verde

- Lunghezza del pennello - 1) corto

- Colore del pennello - 1) non colorato con qualche sporgenza rosso violacea

241 - Presenza di semi - 3) presenti

- Numero medio di vinaccioli per acino - 2) fino a 2 semi

242 - Lunghezza dei semi - 3-5) corti o medi

- Forma dei semi - 2) piriforme

- Forma del becco - 1) a becco grosso

243 - Peso medio di 100 semi da acini della parte centrale di 10 grappoli - 1) molto leggero (meno di 10 mg/seme)

244 - Scanalature (striature) sulla faccia dorsale dei semi - 2) presenti

Fenologia

301 - Epoca di germogliamento - 5-7) media o tardiva

302 - Epoca di fioritura - 5-7) media o tardiva

303 - Epoca di invaiatura - 5-7) media o tardiva

304 - Epoca della maturazione fisiologica - 5-7) media o tardiva

305 - Inizio dell agostamento (lignificazione) - 5) medio

306 - Colorazione autunnale delle foglie - 5) rosso

351 - Vigore del tralcio - 3-5) esile o medio

352 - Crescita dei germogli pronti - 3) leggera

353 - Lunghezza degli internodi - 3) corti (da 60 a 90 mm)

354 - Diametro medio degli internodi - 3-5) sottile o medio

Dati produttivi

502 - Peso medio del grappolo - 3) basso (circa 200 g)

503 - Peso medio dell acino (media di 100 acini) - 3) basso (circa 2 g)

504 - Produzione media di uva per ettaro - 5) media

505 - Tenore in zucchero del mosto (in %) - 5) medio (circa 18,50%)

506 - Acidità totale del mosto (acido tartarico g/1) - 5-7) media (fino al 9,9 ‰) o elevata; pH: 2,95-3,05

- Fertilità delle femminelle - 4) scarsa

Caratteristiche ed Attitudini colturali

Vitigno di media vigoria con fenologia medio-tardiva. Nella zona del Vulture, ove viene coltivato con discreti risultati anche a 700-900 metri di altitudine, fornisce produzioni medio-basse che vanno dai 40-60 q/Ha delle zone meno fertili, agli 80-100 q/Ha delle zone più favorevoli. Presenta una buona adattabilità nei riguardi del terreno, anche se preferisce quelli vulcanici e quelli argilloso-calcarei di buona struttura. La forma di allevamento tradizionale era quella detta alla "Latina" rappresentata da una o più viti allevate ad alberello e sorrette da alcune canne. Una di queste, la più robusta, doveva anche contrastare la spinta del vento dominante (canna controvento). Il sistema prevedeva tre varianti in funzione del numero delle viti che venivano raggruppate. Si aveva così il sistema a "Pagliaio" o alla "Pagliarella" quando con quattro canne venivano raggruppate quattro viti disposte a quadrato (sesto m lxl); il sistema a "Ventaglio", se le quattro canne raggruppavano solo due viti; ed il sistema ad "uno", quando ogni singola vite veniva sorretta da tre canne. I sesti d impianto, un tempo molto stretti (m 1,10 x 1,00), sono andati via via allargandosi fino agli attuali m 2,50 x 1,40, in funzione soprattutto dell uso delle macchine. II sistema di allevamento segue gli orientamenti imposti dalla fertilità del terreno e dalle risorse idriche della zona. In terreni fertili viene adottato un sistema di potatura mista, alla Guyot, con capo a frutto più o meno lungo (4-6 gemme) e sperone a 2 gemme. Nelle zone di minore fertilità si alleva invece un alberello con una o due branche costituite da corti speroni (2-4 gemme). Il comportamento del vitigno nei riguardi del portinnesto ha evidenziato in passato una scarsa affinità con la Rupestris du Lot e con alcuni suoi ibridi con la Riparia (3309 C. e 101-14 Mill. de Gr.). Migliore affinità mostra invece con i portinnesti del gruppo: Berlandieri x Riparia: 140 Ru; 225 Ru e 157-11 C. Mostra segni di sofferenza alle elevate temperature estive ed al prolungarsi dei periodi siccitosi. Presenta una discreta resistenza alle crittogame anche se, in annate particolarmente piovose e nelle zone umide stagnanti, può subire gravi attacchi di peronospora. Buona invece la sua resistenza al marciume.

Resistenze (aspetti macroscopici)

- Alle avversità climatiche - 3) buona

- Agli agenti parassitari - 3) buona

Comportamento nella moltiplicazioni vegetativa

- Affinità d innesto con i più diffusi portinnesti - 3) buona

Utilizzazione

Vitigno tipicamente da vino con prevalente vinificazione in purezza. Fornisce un vino pregiato rosso rubino, sapido, di gusto delicato e profumo caratteristico. Equilibrato, giustamente tannico e vellutato, migliora dopo adeguato invecchiamento in botti di rovere, favorito dalla sua elevata gradazione alcoolica e dal buon livello dell acidità totale.