Quagliano
di I. Eynard
da "Quagliano", in Rivista di Viticoltura ed Enologia, Anno XVIII, n. 11, 1965

Sinonimi (ed eventuali errati)

Il Goethe (1878) nel suo Handbuch der Ampelographie descrive un "Quagliano" e riferisce come sinonimi le notazioni "Quagliano" e "Quajan". Sul Bollettino Ampelografico del Ministero d'Agricoltura (1879) il vitigno è chiamato "Quaian" o "Caian". Il Pulliat (1888) riporta "Quajan" come sinonimo di "Quagliano". Molon (1906) descrive un "Quagliano nero", indica come sinonimi: "Caian", "Quagliano", "Quajan", "Qualiano" e "Quaian" ed avverte di non confonderlo con la "Quagliana" della provincia di Caltanissetta, nè con la "Quaglina" della provincia di Cosenza. Va ricordata anche la voce "Caiano" (Lissone, 1911).

Descrizione Ampelografica

Venne scelto un clone nel comune di Costiglione Saluzzo, presso l'azienda Barbero e per la descrizione del vitigno si seguirono le norme indicate da Dalmasso e Cosmo (1952) per le indagini sui vitigni da vino coltivati in Italia. A complemento di tali rilievi, si è ritenuto utile eseguire i rilievi fillometrici proposti da Galet (1952) e da Rodrigues (1952) limitando, per quest'ultimo metodo, le cui modalità d'applicazione sono già state in altra sede scritte (Eynard, 1961), le osservazioni alle foglie del 9° nodo. Com'è noto, i rilievi del Galet si riferiscono ai rapporti fra le lunghezze delle nervature, al rapporto lunghezza-larghezza della foglia, ai rapporti angolari fra le nervature, alla profondità dei seni; tutti questi rapporti sono espressi come medie di dieci valori, trasformate secondo il codice proposto dal Galet stesso.

Germoglio di 10-15 cm

Figura 1: Apice di Quagliano.

Apice: espanso, biancastro con orli terminali con tomento aracnoideo.

Foglioline apicali (dalla 1a alla 3a): spiegate pagina superiore appena tomentosa, pagina inferiore con tomento aracnoideo, colore della lamina verde chiaro con orli, avvolte, lievemente ramati

Foglioline basali (dalla 4a in poi): spiegate; pagina superiore e inferiore con tomento aracnoideo, di color verde chiaro con orli lievemente ramati.

Asse del germoglio: eretto.

Germoglio alla fioritura

Apice: espanso, verde biancastro con tomento aracnoideo.

Foglioline apicali: piegate a gronda la 1a e la 2a; spiegate le altre; pagina superiore con tomento aracnoideo, pagina inferiore vellutata, di colore verde chiaro con orli ramati.

Foglioline basali: spiegate, pagina superiore glabra, pagina inferiore lievemente vellutata, di colore verde chiaro.

Asse del germoglio: eretto o lievemente ricurvo.

Tralcio erbaceo: a sezione quasi circolare, appena angoloso; lenticelle non evidenti; lieve tomento aracnoideo nella parte apicale, poi quasi glabro; colore verde con lievi sfumature rosse, accentuate in corrispondenza dei nodi.

Viticci: bifidi, lunghi, irregolarmente intermittenti, di colore verde con lievi sfumature rosse da un lato.

Infiorescenza: per lo più conica; lunghezza media 10 cm.

Fiore: ermafrodita, per lo più con 5 stami, di colore verde.

Figura 2: Foglia di Quagliano.

Foglia: di grandezza media, pentagonale, quinquelobata; con seno peziolare a lira chiusa, con bordi sovrapposti; seni laterali superiori a lira chiusa con bordi frequentemente sovrapposti, talvolta a V; seni laterali inferiori a V, stretti con bordi paralleli; pagina superiore glabra, di colore verde (357 C.U.C.), con nervature di colore verde più chiaro; pagina inferiore glabra di colore verde chiaro (30 C.U.C.), con piccoli peli corti, diritti e fitti lungo le nervature di 1°, 2° e 3° ordine che son di colore verde chiaro (350 C.U.C.); dal 4° ordine in poi, le nervature non sono più sporgenti; lembo piano, lievemente ondulato, con lobi piani; angolo alla sommità del lobo me diano pressoché retto; nei lobi laterali acuto; dentatura non molto profonda, irregolare, acuta, con base di media larghezza; secondo il metodo Galet la foglia rientrerebbe nel tipo cuneiforme con formula 135-3-46 e seni laterali profondi da 54 a 63; la superficie media è di cm² 333, corrispondenti alla cifra 6 del codice, ma tale dato è ovviamente assai variabile (dal 5 all'8).

Picciolo: non molto lungo, da medio a grosso, glabro, di colore verde con sfumature rosse; sezione trasversale con canale poco evidente.

Colorazione autunnale: gialliccia, defogliazione tardiva (metà Novembre).

Figura 3: Grappolo di Quagliano.

Grappolo a maturità industriale: di grandezza media (lunghezza cm 16); di forma quasi conica; alato, piuttosto compatto, con acini serrati, peduncolo di lunghezza media o lunga (cm 6-7), verde, robusto, leggermente lignificato alla base; pedicelli corti, robusti, di colore verde, cercine evidente, tubercolato, verrucoso; pennello molto corto di colore rosato.

Acino: da medio a grande, sferico, regolare, ombelico persistente, buccia sottile ma consistente, pruinosa, di colore blu-nero uniforme, polpa soda, succosa, di sapore semplice, dolce, lievemente acidulo, piacevole; succo incolore.

Vinaccioli: in numero variabile da 1 a 4, per lo più 2, di grandezza media, piriformi, con corpo tondeggiante e becco piuttosto corto.

Tralcio legnoso: da medio a lungo, vigoroso, elastico, poco ramificato, con corteccia aderente, resistente, con scarse lenticelle; tralcio a sezione trasversale circolare, con superficie lievemente striata, glabra, color cannella, più scura in prossimità dei nodi abbastanza pronunciati e lievemente globosi; meritalli medi (cm 11-12); gemme arrotondate, di media grandezza; cercine peziolare sinuoso e lievemente sporgente; diaframma piano-convesso, midollo di colore marrone piuttosto scuro.

Tronco: di medio vigore.

Fenologia

Condizioni d'osservazione: il clone descritto trovasi nell'Azienda Barbero nel comune di Costiglione Saluzzo (Cuneo).

Ubicazione

Longitudine: 7°3' E (Greenwich).

Latitudine: 44°31' N.

Altitudine: 500 m s.l.m.

Esposizione: a levante; orientamento dei filari: Sud-Ovest, Nord-Est.

Portainnesto: 420A.

Età delle viti: 8 anni.

Sistema di allevamento: a ceppo basso, con potatura lunga e piuttosto ricca; sistema di tipo Guyot, con un capo a frutto di 10-12 gemme.

Sesto d'impianto: le viti sono disposte in filari, distanti tra loro m 2,50 e ad 1 m sul filare.

Fenomeni vegetativi

Germogliamento: medio-precoce (metà d'Aprile).

Fioritura: media (prima decade di Giugno).

Invaiatura: precoce (metà di Agosto).

Maturazione dell'uva: fine Settembre (III epoca).

Caduta delle foglie: tardiva (metà Novembre).

Caratteristiche ed Attitudini colturali

Vigoria: più che media.

Produzione: abbondante.

Posizione del primo germoglio fruttifero: 3° o 4° nodo.

Numero medio delle infiorescenze per germoglio: due o tre.

Resistenza alle malattie: discreta.

Comportamento rispetto alla moltiplicazione per innesto: dimostra buona affinità con il "420A".

Esigenze: da rilevare che il vitigno è molto sensibile ai trattamenti rameici; i primi due trattamenti vengono perciò fatti con acuprici, poi con poltiglia bordolese allo 0,3-0,4%. Quando i viticoltori non disponevano di acuprici, pur diminuendo la dose di solfato di rame nei primi due trattamenti (0,1-0,2%), si avevano ugualmente causticazioni.

Utilizzazione

Fornisce un'uva considerata ottima da tavola e di lunga conservabilità. E' usata anche per la vinificazione, che viene eseguita con metodo un po' particolare, arrestando la fermentazione, quando ancora il tenore zuccherino è elevato, per mezzo di ripetute filtrazioni.