Regina
di I. Cosmo, A. Calò e C. S. Liuni
da "Regina", in Principali Vitigni da Tavola Coltivati in Italia, ISV di Conegliano Veneto- Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste, 1975

Sinonimi (ed eventuali errati)

La Regina è uno dei vitigni ad uva da tavola più diffusi, per cui non deve sorprendere se nel corso del tempo ha assunto svariate sinonimie. Da un accurato studio di G. Dalmasso (1936-37) si rileva, ad es., che è conosciuta come Pergolone o Provolone negli Abruzzi, Inzolia imperiale o Parchitana in Sicilia, Mennavacca bianca o Minna di vacca bianca in Puglia, Calabria e Campania, Galletta in Toscana (ove talora lo stesso nome viene attribuito al Pizzutello; da notare che una Galletta bianca, risultata al Prof. Dalmasso identica alla Regina, già era nominata nel 1600 dal Soderini fra le uve "buone da mangiare"), Boldon a Ronchi dei Legionari (Trieste), Dattero (proveniente dalla collez. Rovasenda), Dattero di Negroponte (avuto dai vivai Pirovano di Vaprio d'Adda), Dattier de Beyrouth in Francia, Afouz-Aly in Bulgaria, Aleppo in Romania, Rasaci di Rodì o Rosaki o Rasaki nelle isole dell'Egeo. Secondo Grillenzoni (1965) l'uva Regina è pure nota in provincia di Chieti come Ortonese o Regina d'Abruzzo. Nulla invece ha a che vedere la Regina con l'Axinangelus della Sardegna (altra volta dato per sinonimo), che corrisponde al Cruijedero spagnolo ed al francese Ténéron de Vaucluse e neppure con il vitigno spagnolo Teta de vaca, che invece va identificato con il nostro Pizzutello bianco e con il Cornichon dei francesi. Non si può naturalmente escludere che tra la Regina e qualcuno dei citati suoi sicuri sinonimi vi possano essere delle differenze morfologiche, come ad es. nella forma del grappolo o dell'acino, nella forma del seno peziolare delle foglie, nel colore del germoglio, ecc. In questi casi però, come osserva il Prof. Dalmasso, viene fatto di pensare a cloni diversi più che a vere e proprie sottovarietà quali altra volta sono state definite. Dobbiamo aggiungere che alcuni dei sinonimi più sopra riportati (es. Boldon) non sono oggi da noi più in uso. In Bulgaria la Regina è oggi meglio nota come Bolgar o Bolgare. Altri sinonimi della Regina sono: Roseti (in Spagna), Waltham Cross, Archaniotiko, Kerino, Smyrneiko, Anabolitiko, Hafis Ali, Tamar Beyrouth (Cosmo, 1964), Karabournou o Carabournou in U.R.S.S. (Branas e Truel, 1965), ecc. Strana ci sembra invece la denominazione... ibrida di Regina di Beyrouth attribuita alla nostra Regina in un relativamente recente volume sui vitigni da mensa (Vivona, 1964).

Descrizione Ampelografica

Germoglio di 10-20 cm

Figura 1: Apice di Regina.

Apice: globoso, glabro, verde alle punte con orlo bronzato-rosato.

Foglioline apicali (dalla 1a alla 3a): traslucide, piegate a gronda le prime due e quasi spiegata la terza; glabre, di colore verde dorato con ampie sfumature bronzato-rosate.

Foglioline basali (dalla 4a in poi): spiegate, glabre, di colore verde piuttosto chiaro.

Asse del germoglio: quasi eretto, verde, glabro.

Germoglio alla fioritura

Apice: mediamente espanso, quasi glabro, verde chiaro.

Foglioline apicali: piegata a gronda la 1a, spiegate o quasi le altre due, glabre, di colore verde giallastro con qualche riflesso bronzato, lobatura molto evidente.

Foglioline basali: spiegate, glabre, di colore verde con qualche riflesso bronzato in quelle superiori.

Asse del germoglio: curvo all'apice.

Tralcio erbaceo: sezione trasversale quasi ellittica, contorno leggermente angoloso, più accentuato verso l'apice, glabro, di colore verde con qualche striatura bruna verso la parte mediana.

Viticci: intermittenti (formula 0-1-2-0), bifidi-trifidi, medi per lunghezza e grossezza, verdi e con base leggermente bronzata quelli della parte mediana del tralcio.

Infiorescenza: grande, cilindro-piramidale, a volte alata.

Fiore: bottone fiorale globoso e di media grossezza; fiore ermafrodita, autofertile (Cosmo, 1940-41), con stami lunghi, generalmente eretti ma a volte quasi orizzontali.

Figura 2: Foglia di Regina.

Foglia: pentagonale, di media grandezza, tri-pentalobata, con seno peziolare ad U aperto; seni laterali abbastanza evidenti, quelli superiori a bordi sovrapposti e quelli inferiori sovente aperti; glabra su entrambe le pagine (salvo radi peli corti su quella inferiore lungo le nervature); lembo leggermente contorto; lobi sovente revoluti; angolo alla sommità del lobo terminale piuttosto acuto, superficie del lembo quasi liscia; nervature principali di colore verde su entrambe le pagine e sporgenti su quella inferiore; denti laterali mediamente pronunciati, abbastanza regolari, convessi, a base larga.

Picciolo: un po' corto, di media grossezza, glabro, con canale poco evidente, leggermente bronzato.

Portamento della vegetazione: molto espanso.

Figura 3: Grappolo di Regina.

Grappolo a maturità industriale: grande, allungato, piramidale o cilindrico, giustamente spargolo, alato con una-due ali; peduncolo lungo, semilegnoso.

Acino: grosso, regolare, variamente ellittico, un po' appiattito all'inserzione del pedicello, ombelico persistente; ottima resistenza allo schiacciamento ed al distacco; sezione trasversale circolare; buccia pruinosa, mediamente spessa, consistente, uniformemente giallo-dorata a perfetta maturazione; polpa carnosa, croccante, dolce, gradevole anche se di sapore semplice; pedicello lungo, verde, cercine evidente, verde; pennello mediamente lungo, verde-giallastro.

Vinaccioli: 2 per acino, piriformi con becco grosso.

Tralcio legnoso: lungo, robusto, elastico, provvisto di femminelle; corteccia aderente, non pruinosa; sezione trasversale circolare o talvolta ellittica; nodi globosi; meritalli mediamente lunghi (10-12 cm) di colore grigio rossastro, con striature chiare, glabri; gemme un po' grosse, appuntite, mediamente sporgenti; cercine peziolare largo, sporgente, sinuoso; diaframma biconcavo, midollo di medio sviluppo.

Tronco: robusto.

Fenologia

Fenomeni vegetativi

Germogliamento: seconda - terza decade di Aprile (epoca media).

Fioritura: prima decade di Giugno (epoca media).

Invaiatura: fine Luglio - primi Agosto (piuttosto precoce).

Maturazione dell'uva: III epoca (seconda metà di Settembre).

Caduta delle foglie: fine di Ottobre - primi di Novembre (epoca media).

Caratteristiche ed Attitudini colturali

Vigoria: notevole (esige forme di allevamento espanse e potature piuttosto lunghe); adatti i pergolati.

Produzione: abbondante.

Posizione del primo germoglio fruttifero: 4° nodo.

Numero medio delle infiorescenze per germoglio: 1-2.

Fertilità delle femminelle: scarsa.

Resistenza alle malattie: normale.

Comportamento rispetto alla moltiplicazione per innesto: non tutti i portinnesti hanno dato prova di comportarsi soddisfacentemente con la Regina per cui la loro scelta deve essere oculata; fra quelli oggetto di qualche critica dobbiamo ricordare il Kober 5BB (Dalmasso, 1935), e prima di questo il 3309 (Cosmo, 1940) specialmente negli innesti a dimora; buona prova avrebbero invece dato il 420A ed in qualche zona anche e più specialmente il 157.11. Anche con questi portinnesti è facile tuttavia notare, dato il forte vigore della Regina, delle sensibili differenze di accrescimento diametrale tra marza e soggetto, più evidenti con il 420A; tale inconveniente, però, non assume quasi mai proporzioni ed aspetti tali da compromettere la vitalità e la produttività della pianta.

Esigenze: è un po' sensibile alla siccità per cui è preferibile destinarla ai terreni mediamente freschi o, se asciutti e siccitosi, con possibilità d'intervento mediante l'irrigazione di soccorso.

Utilizzazione

Prevalentemente per il consumo allo stato fresco l'uva quand'è matura è generalmente ben accetta su tutti i mercati per l'aspetto dei suoi grappoli ed acini e per il sapore e la consistenza di questi ultimi (sebbene alla masticazione si rendano talvolta un po' fastidiosi i suoi vinaccioli). Con l'uva di scarto, rappresentata da grappoli mal formati e comunque deteriorati o con acinellatura, come pure con l'aliquota eventualmente invenduta per consumo diretto, si procede alla vinificazione, ottenendo un vino che trova utile impiego ad es. nella preparazione del vermuth perché povero di corpo pur essendo talvolta anche abbastanza alcolico (10-11°) e soprattutto perché privo di sapori speciali.