Scimiscià
in Estratto dalla domanda di iscrizione della varietà al Registro Nazionale presso il MIPAAF

Sinonimi (ed eventuali errati)

Presso i viticoltori dell'entroterra Ligure il vitigno è conosciuto come "Scimiscià", "Scimixà", "Simixà", "Cimicià", "Cemixiaro", "Cimixiaro", "Cimixà" o Cimiciato. Il nome sembra derivare dalle punteggiature presenti sull'acino, che ricordano le punture di nutrizione della cimice, in dialetto detta "Cimicia". Infatti è frequente verificare la presenza di alcune specie di Rincoti, (Hemiptera, fam. Pentatomide, sp. Nezara viridula L., Palomena prasina L.) all'interno dei grappoli di Scimiscià. Con la forma lessicale Cimiciattolo e Cimicitola, il vitigno è segnalato in Toscana (1909, Viala Vermorel vol VII) e ancora così era menzionato da Trinci nel 1763. Il nome risulta conosciuto in diverse regioni dell'Italia centro-settentrionale, dove assume forme differenti: Cimesara nelle zone di Bassano e Marostica (1825, Acerbi), Cimicia nell'Anconetano (1929, Sporti), Cimmici nel Maceratese (1929, Camilli), Sinzéra nel Vogherese (1976, Maragliano).

Descrizione Ampelografica

La descrizione è stata fatta in un vigneto sito in località Cassettarla (Cicagna) di proprietà del sig Baccicalupo Marco, condotto dalla Comunità Montana della Fontanabuona e gestito dalla Cooperativa Agricola San Colombano.

Germoglio di 10-20 cm

Figura 1: Apice di Scimiscià.

Apice: aperto, molto cotonoso, bianco con margini di un colore rosso carminio.

Foglioline apicali (dalla 1a alla 3a): leggermente rivolte verso l'alto.

Foglioline basali (dalla 4a in poi): distese, molto tomentose, opache con sfumature ramate.

Tralcio erbaceo: portamento orizzontale o semiricadente, sezione generalmente circolare e contorni angolosi, la parte superiore dorsale dei nodi e degli internodi presenta una colorazione verde striata di rosso, mentre la parte inferiore è tendenzialmente più verde; tale colorazione varia comunque in funzione dell'esposizione al sole: infatti, i tralci più esposti risultano i più colorati; sul tralcio sono mediamente presenti peli diritti e striscianti.

Viticci: molto vigorosi, con elevata capacità prensile (talvolta si ancorano anche attorno al grappolo) e la loro lunghezza, al momento della fioritura, è di 30-35 cm; presentano in media tre ramificazioni, di cui la prima parte solitamente ai 18 cm, e terminano con l'apice ad uncino; sono molto elastici e resistenti.

Infiorescenza: mediamente sviluppata, di lunghezza pari a circa 20 cm, in posizione mediamente distale sul germoglio (4°-5° nodo), con livello di espressione di fertilità della gemma vicino a uno; la percentuale di allegagione riscontrata è risultata inferiore al 50%.

Figura 2: Foglia di Scimiscià.

Foglia adulta: tendenzialmente medio-grande, lunghezza di circa 16 cm, pentagonale, pentalobata ed in alcuni casi trilobata; nella parte mediana del tralcio dominano le foglie pentalobate; in alcune viti si riscontrano foglie trilobate, tipiche di vitigni meno vigorosi; seno peziolare aperto a lira o a U con presenza occasionale di un dente; seni laterali superiori a lira con lobi leggermente sovrapposti, gli inferiori sono a U generalmente non sovrapposti ed in alcuni casi con dente; il lembo fogliare ha una colorazione verde medio-scuro ed una forte tomentosità, soprattutto nella pagina inferiore (presente comunqeu anche su quella superiore); nel complesso la foglia risulta essere vellutata e le nervature principali presentano alla base (primi 2-3 cm) una evidente colorazione rosso violacea; il lembo presenta una leggera depressione ed una ondulazione generalizzata, con una leggera bollosità; profilo della foglia contorto-revoluto; denti abbastanza regolari, larghi circa 1.6 cm e lunghi mediamente 1.4 cm, con margini di tipo misto, pur prevalendo i denti a lati convessi.

Picciolo: lunghezza media di 14 cm, con colorazione verde striato di rosso.

Figura 3: Grappolo di Scimiscià.

Grappolo a maturità industriale: nell'ambito dei rilievi eseguiti si sono riscontrati due tipologie di grappoli: uno medio grosso e uno medio (370 e 230g); tra di essi la differenza è riconducibile soprattutto al peso medio dell'acino (2,4-2,8 g contro l,9-2,2 g); il grappolo più grande risulta, conico allungato, con ala talvolta lungamente peduncolata, da spargolo a mediamente compatto, peduncolo lungo circa 6,4 cm con lignificazione media-forte; i grappoli di grandezza media sono invece tendenzialmente a forma piramidale con ala più ridotta, acini più compatti e tondeggianti.

Acino: generalmente rotondo o ellissoidale, di colore giallo verde che diventa dorato al sole e con esposti; presenta punteggiature color ruggine che sono maggiori nei grappoli meglio esposti.

Vinaccioli: presenti mediamente in numero di 2 (con lunghezza media di 7,1 mm e larghezza di 4 mm).

Fenologia

Condizioni d'osservazione: i dati sono stati raccolti nel periodo 1998-2002 e sono stati confrontati con quelli osservati presso altri vigneti della zona ed in particolare in loc. Zerli (Comune di Né, Genova).

Ubicazione

Località Cassettarla (Cicagna).

Esposizione: Sud-Ovest; sistemazione dei filari: su fasce

Portinnesto: vari, perlopiù appartenenti al gruppo Berlandieri x Riparia.

Sistema di allevamento: controspalliera e potatura a Guyot.

Terreno: a medio impasto, sub-acido.

Fenomeni vegetativi

Germogliamento: media.

Fioritura: medio-tardiva.

Invaiatura: medio-tardiva.

Maturazione dell'uva: medio-tardiva.

Caratteristiche ed Attitudini colturali

Vigoria: elevata; si adatta bene a condizioni pedologiche con moderata capacità d'uso dei suoli: la presenza di scheletro nel terreno è assai favorevole; se ne sconsiglia l'impianto nelle zone fertili ed umide.

Produzione: media e abbastanza regolare, con scarso apporto di uva di seconda fioritura che comunque non riesce a maturare (si è osservata una certa irregolarità); solitamente la produzione si ha sul 4-5 nodo richiedendo quindi una potatura medio-lunga.

Posizione del primo germoglio fruttifero: 4°-5° nodo, con una media di 1-1,5 grappoli/germoglio.

Resistenza ai parassiti ed altre avversità: verso la peronospora offre una minor tolleranza rispetto alla Bianchetta genovese mentre si dimostra meno sensibile all'oidio; inoltre, se normalmente fino all'invaiatura il grappolo si presenta in buone condizioni, successivamente risulta sensibile a diverse anomalie: scottature, imbrigliamento da parte dei viticci che lo scompongono e lo attorcigliano con conseguenze sulla crescita regolare dei grappoli, disseccamenti di porzione di essi, sintesi parzialmente compromessa, difficoltà vendemmiali: il grappolo compatto e la buccia sottile possono predisporre lo sviluppo di botrite soprattutto a seguito di punture di vespe o altre ferite.

Utilizzazione

Le testimonianze storiche e le recenti esperienze di vinificazione suggeriscono di attendere una maturazione completa, con una vendemmia medio-tardiva, al fine di conseguire interessanti valori nei mosti e quindi nei vini relativi. Durante le vendemmie 2001 e 2002 si è dimostrato l'elevata potenzialità delle uve per vini passiti.