Termarina
in Estratto dalla domanda di iscrizione della varietà al Registro Nazionale presso il MIPAAF

Sinonimie ed omonimie

Erroneamente denominata anche Uva di Corinto.

Descrizione Ampelografica

Figura 1: Apice di Termarina.

Germoglio alla fioritura: glabro, portamento semieretto, verde ventralmente, verde striato di rosso dorsalmente; le gemme presentano una media pigmentazione antocianica; cirri di media lunghezza, trifidi, dalla distribuzione discontinua.

Tralcio erbaceo: costoluto, lanuginoso, rosso da un lato, con sezione circolare.

Infiorescenza: mediamente lunga, inserita a partire dal terzo-quarto nodo, presente in numero di 1-2 per tralcio.

Fiore: ermafrodita; bottone fiorale piriforme e di medie dimensioni.

Figura 2: Foglia di Termarina.

Foglia adulta: trilobata, pentagonale, di taglia media; lembo di colore verde medio sulla pagina superiore e verde chiaro su quella inferiore; pigmentazione antocianica delle venature principali assente; bollosità nella pagina superiore del lembo nulla o leggerissima; denti corti, regolari, poco pronunciati, a lati rettilinei; seno peziolare a lira chiusa, con la base sagomata ad U; seni laterali superiori con bordi leggermente sovrapposti e base sagomata ad U; sulla pagina inferiore si trova una media densità di peli striscianti, mentre la pagina superiore è glabra; foglia nel complesso opaca e con nervature poco sporgenti.

Picciolo: glabro, di media lunghezza e media grossezza, con sezione trasversale che ne rende ben evidente il canale.

Figura 3: Grappolo di Termarina.

Grappolo: piccolo, corto, di forma conica, alato e compatto, con un elevato numero di acini; peduncolo cortissimo, sottile, leggermente lignificato.

Acino: piccolissimo, molto corto, uniforme (peso medio di soli 0,39 grammi); forma arrotondata, con sezione trasversale circolare ed epidermide di colore rosato uniforme, mediamente pruinosa; buccia sottile, tenera; polpa non colorata e poco succosa, molle; cercine evidente.

Vinaccioli: assenti, è apirena.

Tralcio legnoso: dopo la caduta delle foglie presenta sezione circolare, superficie striata e colore bruno giallastro uniformemente distribuito; corteccia aderente, con lenticelle; scarsa ramificazione; nodi sporgenti; gemme coniche e molto evidenti; cercine peziolare largo, sporgente, rettilineo discendente; sezione trasversale che all'altezza del nodo mette in evidenza un diaframma piano-convesso.

Fenologia

Condizioni di osservazione: si è fatto riferimento a piante allevate secondo i sistemi localmente più diffusi, ospitate nei vigneti sperimentali di Coviolo (RE), la cui gestione è curata dalla Facoltà di Agraria dell'Università di Bologna. Le osservazioni hanno avuto luogo nel quinquennio 2000-2004.

Giacitura: pianeggiante.

Portinnesto: S04.

Età delle viti: gli impianti risalgono al 1993.

Forma di allevamento: a cortina doppia (GDC).

Sesto d'impianto: metri 4x1.

Terreno: di medio impasto, inerbimento nell'interfilare e lavorazione meccanica sulla fila.

Fenomeni vegetativi

Germogliamento: prima decade di Aprile.

Fioritura: prima decade di Giugno.

Invaiatura: seconda decade di Agosto.

Maturazione: terza decade di Settembre.

Caratteristiche ed Attitudini colturali

Vigoria: di poco inferiore a quella del Malbo Gentile.

Produttività: inferiore, sia a pianta che ad ettaro, rispetto al Malbo gentile, in considerazione dei difetti fiorali evidenziati; l'essere un'uva apirena rende certamente questa varietà estremamente peculiare: ridotte sono le dimensioni dei suoi grappoli e ridottissime quelle degli acini (peso medio del grappolo della Termarina = 83 g, come valore medio triennale, contro i 207 g del Malbo gentile).

Fertilità delle gemme: buona fertilità reale (valore medio di 1,7 grappoli/gemma, contro l'1,9 riscontrato per il Malbo Gentile).

Utilizzazione

Per il consumo fresco e per la vinificazione.