da "Albana", in Principali vitigni da vino coltivati in Italia - Volume I, Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste, 1960
Sinonimi (ed eventuali errati)
Si premette anzitutto che l'"Albana", di cui viene qui trattato, non è quella "nera" (certamente nome improprio), oggi pressoché scomparsa, ma quella "bianca", conosciuta pure come "Albana di Romagna", "Albana di Forlì", "Albana di Bertinoro", "Albana gentile", ecc. (Molon, 1906). L'"Albana" viene data come probabile sinonimo di "Greco" o "Greco di Ancona" (Boll. Ampel., 1875, 2): vitigno quest'ultimo, che, secondo altri (Cavazza, 1934), sarebbe una sottovarietà della prima; secondo il Cinelli (Rovasenda, 1877), l'"Albana" sarebbe infine sinonimo anche di "Biancame". Il Bruni, che si è pure occupato dell'"Albana" (1952), in una corrispondenza recente ci ha informati che, secondo lui, non è l'"Albana", ma l'"Albanella di Romagna" o "Albana della forcella" o semplicemente "forcella", ad avvicinarsi al "Biancame" ed al "Greco bianco a grappolo sciolto". Si è pure dubitato che l'"Albana" corrisponda ad un "Albana dell'Istria" che il Carpenè avrebbe trovato identica al "Bianchetto di Treviso" (Molon, op. cit.). A parte però il fatto che quest'ultimo vitigno è risultato, dalle nostre osservazioni, del tutto diverso dall'"Albana di Bertinoro", dobbiamo anche rilevare che nei frequenti sopralluoghi effettuati da uno di noi in Istria, prima dell'ultima guerra, non si è mai sentito parlare di un'"Albana d'Istria", che forse sarà esistita prima dell'infestazione fillosserica. Dell'"Albana" vengono spesso distinti alcuni tipi, quali: "Albana a grappolo rado o gentile", "Albana a grappolo fitto", "Albana a grappolo lungo" e "Albanone" o "Albana grossa". Poiché il primo tipo sarebbe più frequente nelle alberate ed il secondo nelle vigne, le cui viti sono allevate con forma poco espansa, vien fatto subito di pensare trattarsi di fluttuazioni dello stesso vitigno, dovute principalmente alla forma di allevamento, com'è stato da noi riscontrato. Lo stesso può dirsi dell'"Albana a grappolo lungo", che sarebbe tipica delle alberate su terreni fertili, e dell'"Albanone", caratterizzato quest'ultimo dalla presenza di grossi acini accanto ad altri acinellati (acinellatura dolce); questo tipo è andato però progressivamente scomparendo, perché meno fertile dei precedenti. Altro tipo di "Albana" è quello noto come "Albana della forcella" o semplicemente "Forcella", perché il grappolo nella sua parte terminale si presenta tipicamente biforcato. Da qualcuno la "Forcella" è stata e viene tuttora ritenuta un vitigno a sé stante; noi però siamo più propensi a ritenerla derivata dall'"Albana" (un clone particolare).
Descrizione Ampelografica
Per la descrizione ampelografica di questo vitigno si è usufruito di un clone di "Albana" esistente presso la collezione ampelografica della Stazione Sperimentale di Viticoltura e di Enologia di Conegliano. I caratteri ivi rilevati sono stati confrontati con quelli dell'"Albana" coltivata in provincia di Forlì (Bertinoro), di Ravenna (Faenza) e di Bologna (Dozza, Bazzano, Monteveglio).
Germoglio di 10-20 cm
Apice: di forma espansa, cotonoso, bianco-rosato con sfumature bronzee.
Foglioline apicali (dalla 1a alla 3a): spiegate, cotonose inferiormente, sublanugginose superiormente, verdi-bronzate.
Foglioline basali (dalla 4a in poi): spiegate con orli rivolti in basso, pubescente la pagina superiore che è verde con marcate sfumature di color arancio; la pagina inferiore è biancastra con sfumature rosa ai bordi; seno peziolare chiuso con bordi che si accavallano.
Asse del germoglio: curvo.
Germoglio alla fioritura
Apice: espanso, cotonoso, verde-biancastro o giallastro.
Foglioline apicali: un po' a gronda, cotonose, di color verde-biancastro, con i bordi marrone, trilobate.
Foglioline basali: spiegate, sublanugginose di sopra, di color verde con sfumature molto bronzate; inferiormente biancastre per il fitto tomento cotonoso. La prima è molto lanceolata ed ha il seno a V stretto che va chiudendosi dalle foglioline basali alle adulte.
Asse del germoglio: curvo.
Tralcio erbaceo: di sezione trasversale circolare e contorno un po' angoloso, di colore verde, brunastro da un lato, con qualche lungo pelo.
Viticci: trifidi e bifidi, con distribuzione intermittente (formula: 0-1-2-0-1-2...).
Infiorescenza: allungata, cilindrica.
Fiore: normale, autofertile (Cosmo, 1940).
Foglia: grande, pentagonale, tri o pentalobata; seno peziolare stretto o chiudentesi con i bordi che sovente si accavallano; seni laterali superiori profondi, aperti o chiudentisi; seni laterali inferiori poco profondi; lobi marcati specialmente quello mediano, che è lanceolato; angolo alla sommità del lobo mediano, retto; lembo ondulato, spesso un po' a coppa con gli orli tipicamente rivolti in basso; pagina superiore di color verde scuro, opaca, rugosa o bollosa, glabra; pagina inferiore grigio-verde, leggero tomento lanugginoso diffuso su tutto il lembo; nervature appariscenti, color verde sfumato in rosa alla base su tutte e due le pagine; dentatura un po' grossolana, denti acuti con margini concavi da un lato, convessi dall'altro, distribuiti in due ordini.
Picciolo: corto, grosso, rosso-vinoso, glabro, sezione trasversale con canale non evidente.
Colorazione autunnale delle foglie: giallastra.
Grappolo a maturità industriale: più che medio, lungo (cm 20-25), generalmente cilindrico, più di rado cilindro-piramidale, alato (con una e talvolta due ali), spesso piuttosto compatto; peduncolo visibile, un po' grosso, erbaceo o semilegnoso, di color rosato dalla parte del sole; pedicelli sottili, verde-giallastri, punteggiati; cercine abbastanza evidente, liscio, verde-giallastro; pennello piccolo, corto, verdognolo; separazione dell'acino facile.
Acino: di media grandezza, sferoide, un po' irregolare, sezione trasversale circolare, con ombelico persistente; buccia di colore giallo dorato carico tendente all'ambrato, molto pruinosa, un po' sottile, non molto consistente, un po' tannica; polpa sciolta, succosa, di sapore semplice, molto dolce.
Vinaccioli: uno e talvolta due, di media grandezza, piriformi allungati, con becco medio.
Tralcio legnoso: lungo, robusto, con superficie un po' striata; di color bruno-rossastro, sezione trasversale rotonda, internodi di media lunghezza (cm 10); nodi regolari, gemme un po' grosse.
Tronco: robusto.
Fenologia
Condizioni di osservazione: si considerano quelle riguardanti la collezione della Stazione Sperimentale di Viticoltura e di Enologia di Conegliano.
Ubicazione
Per l'ubicazione, il clima, il terreno, ecc., nonché per le fasi vegetative della vite ed il calendario di maturazione dell'uva, si rimanda ad una delle seguenti monografie pubblicate in precedenza: "Tocai friulano", "Riesling italico", "Raboso Piave", "Raboso veronese" e "Pinella".
Fenomeni vegetativi
Germogliamento: tardivo.
Fioritura: media.
Invaiatura: media.
Maturazione dell'uva: III epoca (seconda quindicina di settembre).
Caratteristiche ed Attitudini colturali
Vigoria: notevole.
Produzione: abbastanza buona e costante (nelle Marche è invece di produzione scarsa ed incostante).
Posizione del primo germoglio fruttifero: 3°-4° nodo.
Numero medio di infiorescenze per germoglio: 1-2.
Fertilità delle femminelle: nulla.
Resistenza alle malattie ed altre avversità: abbastanza sensibile all'oidio ed al marciume dell'uva.
Comportamento rispetto alla moltiplicazione per innesto : normale.
Utilizzazione
Esclusivamente per la vinificazione.