Sinonimi (ed eventuali errati)
La denominazione "Slarina" è quella impiegata dal conte Nuvolone (1799) nella più antica citazione conosciuta, e, nella variante "Slarinna", dal De Cardenas (Acerbi, 1825) e da quegli autori che a lui si riferiscono (Milano, 1839); varianti di questo appellativo sono da considerarsi la forma dialettale "Slaréna" e quella di "Cellerina" utilizzata da studiosi più vicini a noi [...]. L’altra forma tuttora attestata nella piana di Alessandria è quella riferibile alla traduzione "Cenerina" delle forme dialettali "Sinréna" e simili, e che farebbe riferimento alla pruinosità dell’acino. Sotto questa denominazione la nostra cultivar non va confusa con l’omonimo vitigno Cenerina appartenente al germoplasma della provincia di Trento e già sinteticamente descritto (Iacono et al., 1999). Il vitigno è stato inoltre reperito sotto la denominazione "Balsamina" presso Agliano Terme (AT).
Descrizione Ampelografica
Germoglio
Apice: verde chiaro giallastro, debolmente lanuginoso e appena sfumato di rosso.
Foglioline apicali (dalla 1a alla 3a): piegate a coppa, verde chiaro.
Foglioline basali (dalla 4a in poi): spiegate, verdi con sfumature ramate, inferiormente aracnoidee.
Tralcio erbaceo: l’asse del germoglio è interamente verde nel tratto apicale, mentre nella parte mediana è finemente striato di rosso sul lato dorsale.
Foglia adulta: di medie dimensioni, pentagonale, a 3 o 5 lobi, di cui i superiori spesso divergenti, con seni poco profondi; lembo di colore verde piuttosto chiaro, con superficie opaca, poco bollosa; base delle nervature verde o poco rosata; profilo piano o appena piegato a coppa: i lobi laterali inferiori tendono a ricadere in avanti, grazie anche alla posizione quasi verticale del lembo; denti medi, piuttosto evidenti, a margini rettilinei; seno peziolare a V stretta, con bordi che si toccano; pagina inferiore con lembo quasi glabro e nervature debolmente setolose, un poco di più all’intersezione delle stesse.
Picciolo: lungo, appena striato di rosso.
Grappolo a maturità: di medie dimensioni, conico e piuttosto allungato, spesso con una o più ali lunghe e ricadenti, generalmente spargolo; peduncolo medio, talora rosato, rachide verde.
Acino: piccolo, sferoidale, con buccia consistente e di sapore un po’ erbaceo, di colore blu-nero con sfumature violette e abbondantemente ricoperta di pruina; polpa fluida, ma scarsa, di sapore neutro.
Fenologia
Condizioni d'osservazione: il comportamento agronomico e produttivo della cultivar Slarina è stato seguito per 5 annate in due areali viticoli piemontesi. In entrambi i vigneti la Slarina è stata confrontata con il Barbera.
Ubicazione
Refrancore (A), provincia di Asti, e Grinzane C. (B), provincia di Cuneo, presso il campo di collezione del germoplasma di vite.
Giacitura: zona collinare (190 m s.l.m.) a debole pendenza (A); declive (B).
Sistema di allevamento: a spalliera (A e B).
Forma di potatura: Guyot (A e B).
Densità d’impianto: 5556 piante/ha (A); 3750 ceppi/ha (B).
Terreno: sabbioso-franco, subalcalino (A); limo-argilloso calcareo (B).
Fenomeni vegetativi
Germogliamento: medio-tardivo, di poco successivo alla cultivar Barbera.
Fioritura: tardiva, successiva al Barbera.
Invaiatura: media, contemporanea o di poco anticipata rispetto al Barbera.
Maturazione dell’uva: medio-tardiva, generalmente pochi giorni prima del Barbera.
Caratteristiche ed Attitudini colturali
Vigoria: media, con sviluppo ordinato della vegetazione, la quale presenta un portamento semieretto, anche grazie alla disposizione ben verticale dei lembi fogliari; Il rapporto tra produttività e vigore (indice di Ravaz) è risultato essere simile ed equilibrato in entrambi i vigneti di studio.
Produttività: inferiore a quella del Barbera, anche se in misura differente tra i due vigneti: nelle condizioni più limitanti del vigneto di Refrancore (alta densità, clima più asciutto su terreno sabbioso) la differenza con il riferimento si è assottigliata, dimostrando la capacità di adattamento della Slarina alle condizioni di stress idrico; in entrambe le condizioni, e in assenza di diradamento dei grappoli, è possibile stimare una produttività ad ettaro di circa 100 q/ha.
Fertilità: discretamente fertile, anche se il numero di grappoli portati sulle gemme dello sperone e sulle prime del capo a frutto è sempre piuttosto limitato.
Allevamento e potatura: normalmente allevata a spalliera con potatura Guyot.
Fertilità delle femminelle: lo sviluppo di rami anticipati è notevole ed accompagnato da una forte produttività degli stessi, tipica del vitigno.
Utilizzazione
Per la vinificazione.