Lattuario Nero
di I. Cosmo, A. Calò e C. S. Liuni
da "Lattuario nero", in Principali Vitigni da Tavola Coltivati in Italia, ISV di Conegliano Veneto- Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste, 1975

Sinonimi (ed eventuali errati)

Mennavacca nera; Regina nera. Ci siamo limitati a citare solo i due più comuni sinonimi con cui questo vitigno viene oggi designato; su di essi è necessario peraltro qualche considerazione. E per cominciare diremo che il Molon, nella sua "Ampelografia" (che risale al 1906) non fa cenno alcuno al Lattuario nero, mentre illustra la Menna di vacca nera o Menna-vacca nera. Il Prof. DalmAsso, viceversa, mentre nel suo manuale su "Le uve da tavola" edito nel 1946, accanto a Menna-vacca nera pone tra parentesi "Lattuario nero?", nell'ultima edizione della sua "Viticoltura moderna" (1972) e così pure in quella precedente dà il Lattuario nero come sinonimo di Mennavacca nera, ma ciò non deve sorprendere per la ragione che tra poco esporremo. Il Longo, infine, nel suo "Manuale di Viticoltura" pubblicato nel 1948, quando descrive la Mennavacca nera cita i sinonimi di Gerosolimitana e simili ed aggiunge che per errore è chiamata anche Lattuario nero. Così stando le cose è lecito supporre che in passato nelle nostre regioni meridionali si coltivassero due vitigni tra loro diversi però con il frutto avente caratteristiche morfologiche assai vicine, uno denominato Mennavacca nera e l'altro Lattuario nero, tanto da venire dai pratici confusi. Col tempo, però, deve avere finito per prevalere uno dei due, quello oggi diffuso ora sotto un nome ed ora sotto l'altro ed a cui, data la somiglianza del grappolo e dell'acino con quello della Regina (bianca), è stato pure attribuito il sinonimo di Regina nera.

Descrizione Ampelografica

Germoglio di 10-20 cm

Figura 1: Apice di Lattuario Nero.

Apice: mediamente espanso, un po' globoso, quasi glabro, di colore verde chiaro con orlo carminato.

Foglioline apicali (dalla 1a alla 3a): spiegate o leggermente piegate a gronda, translucide, con radi peli lanugginosi lungo le nervature principali, di colore verde bronzato e provviste di seni profondi e aperti.

Foglioline basali (dalla 4a in poi): spiegate, glabre, di colore verde, pentalobate con seni evidenti.

Asse del germoglio: eretto, glabro, di colore verde con sfumature bronzate da un lato.

Germoglio alla fioritura

Apice: espanso, glabro, di colore verde con sfumature bronzate.

Foglioline apicali: spiegate, glabre, di colore verde-bronzato, pentalobate.

Foglioline basali: spiegate, glabre, di colore verde, pentalobate.

Asse del germoglio: quasi eretto, glabro, di colore verde da un lato e bruno-violaceo dall'altro.

Tralcio erbaceo: di sezione circolare e contorno liscio, glabro, di colore verde con zone violacee distribuite non uniformemente.

Viticci: intermittenti (formula 0-1-2-0) bifidi o trifidi, di lunghezza media e di colore verde, violacei alla base.

Infiorescenza: di grandezza media, piramidale.

Fiore: bottone fiorale globoso; tipo morfologico ermafrodita con stami mediamente lunghi; autofertile (Cosmo, 1940-41).

Figura 2: Foglia di Lattuario Nero.

Foglia: pentagonale, di grandezza media, quinquelobata e talvolta eptalobata; seno peziolare aperto, a V; seni laterali superiori a V-U molto stretto con i lobi che si toccano; seni laterali inferiori a V stretto e bordi quasi paralleli; pagina superiore glabra, di colore verde cupo, opaca con nervature verdi e rossastre verso la base; pagina inferiore glabra, di colore verde chiaro con nervature verdi, un po' rossastre alla base, sporgenti; lembo e lobi piani o leggermente piegati a gronda; angolo alla sommità dei lobi terminali un po' acuto; superficie del lembo leggermente bollosa; denti laterali pronunciati, convessi a base larga.

Picciolo: di lunghezza e grossezza media, glabro, con canale poco evidente, di colore verde con striature vinose.

Colorazione autunnale delle foglie: rossa.

Portamento della vegetazione: piuttosto espanso.

Figura 3: Grappolo di Lattuario Nero.

Grappolo: di grandezza media, spargolo, tozzo, a volte alato con 1-2 ali; peduncolo visibile, erbaceo.

Acino: grosso, regolare, ovoide-ellittico, con ombelico persistente, di sezione trasversale circolare; buccia pruinosa, spessa e consistente, di colore blu-violaceo intenso regolarmente distribuito; succo incolore, polpa croccante, di sapore semplice; pedicello lungo, di colore verde-rossastro; cercine evidente, di colore verde-rossastro; pennello di media lunghezza, di colore verde-rosato; separazione del pedicello dall'acino difficile.

Vinaccioli: in media 1 per acino, piriformi con becco grosso.

Tralcio legnoso: lungo, robusto, elastico, con corteccia aderente, punteggiata e resistente; sezione trasversale ellittica ed a superficie striata e pruinosa; nodi globosi, meritalli di lunghezza media (10 cm), glabri, di colore nocciola-rossastro con striature più chiare; gemme appuntite, coniche, poco sporgenti; cercine peziolare sporgente e sinuoso; diaframma piano-concavo.

Tronco: robusto.

Fenologia

Fenomeni vegetativi

Germogliamento: fine Aprile (piuttosto tardivo).

Fioritura: tra la seconda e la terza decade di Giugno (tardiva).

Invaiatura: fine Agosto (piuttosto tardiva).

Maturazione dell'uva: fine Settembre - primi Ottobre (III-IV epoca).

Caduta delle foglie: Novembre (medio-tardiva).

Caratteristiche ed Attitudini colturali

Vigoria: notevole; è perciò preferibile allevarlo adottando forme espanse e potatura lunga.

Produttività: scarsa al Nord, ov'è stato provato (sia pure in condizioni d'ambiente privilegiate); discreta nelle regioni meridionali, entro le quali conviene limitare la sua coltura anche per consentire all'uva di raggiungere costantemente la perfetta maturazione.

Posizione del primo germoglio fruttifero: 4°-5° nodo.

Numero medio delle infiorescenze per germoglio: 1-2.

Fertilità delle femminelle: quasi nulla.

Resistenza alle malattie: normale.

Comportamento rispetto alla moltiplicazione per innesto: normale.

Utilizzazione

Esclusivamente per il consumo allo stato fresco.