Sinonimi
Il Magliocco dolce annovera un numero elevato di sinonimi nella sola regione Calabria, tra cui: Arvino; Magliocco dolce; Marcigliana; Mangiaguerra; Merigallo; Nera di Scilla (nome generico che si presta a confusione per via dell esistenza di omonimi Nera o Nero). Inoltre si riscontrano diversi errori o omonimie, come: Castiglione; Gaddica; Greco nero; Guarnaccia nera; Lacrima cristi; Magliocco; Maglioccuni; Malvasia nera; Nerello cappuccio; Petronieri. Da una ricerca accurata svolta attraverso il confronto d informazioni ampelografiche (comprese fotografie e materiale vegetale) e di profili molecolari, è emerso che il Magliocco dolce è anche presente in Basilicata. Individuato nel vitigno Vujanese presente nei vigneti storici dei dintorni di Viggiano (PZ). Più recentemente è stato recuperato con ben 30 accessioni in varie zone della regione, con maggior presenza nel Pollino, e sotto svariate denominazioni, tra cui Lacrima del Pollino, Cassano, Malvasia nera e Castiglione (Alba et al., 2016). Il profilo genetico del Magliocco dolce corrisponde a sei loci SSR internazionali a quello pubblicato da Carimi e collaboratori (2010) per il Monteleone (Schneider et al., 2014), una cultivar recuperata in provincia di Siracusa di minore importanza in Sicilia. Il confronto dei profili molecolari del germoplasma campano, pubblicati da Costantini et al. 2005, ha infine indicato nella Nerella individuata nel Napoletano un ulteriore sinonimo locale. I sinonimi storici: Da un esame accurato delle informazioni storiche (De Bonis, 2002) e dalle denominazioni con cui questo vitigno è conosciuto nelle varie zone calabresi, la designazione che meglio eviterebbe di incorrere in confusioni o errori è quella di Magliocco dolce. Questo è infatti l appellativo più utilizzato nella provincia di Cosenza, dove, anche con i sinonimi storici Arvino e Lacrima, è largamente coltivato. Magliocco tondo è pure una denominazione storicamente attestata che mirava a distinguere questo vitigno dal Magliocco canino (Frojo, 1876), da cui si differenzia per un acino un po più arrotondato, oltre che per numerose altre caratteristiche morfologiche e tecnologiche. Anche indagini più recenti hanno confermato la sinonimia Arvino-Magliocco dolce-Magliocco tondo (Sunseri et al., 2018). La prima citazione di un uva ?magliocca?, tra i primi riferimenti di uve da vino calabresi, si deve al Marafioti (1601), mentre numerose menzioni indicano come il Magliocco dolce-Arvino-Lacrima (sinonimi già ben conosciuti nel passato) fosse tra i vitigni maggiormente ricorrenti nel secolo XX, soprattutto nelle province di Cosenza e di Catanzaro (Fera, 1881, Sannino, 1892). Mentre il nome storico di Arvino può essere consigliato come sinonimo, poiché non dà adito a confusioni, il sinonimo Lacrima nera o ancor peggio Lacrima vanno preferibilmente evitati per via dell esistenza nella stessa Calabria di una Lacrima bianca, e nelle Marche del Lacrima N. (cod. 111), base del vino Lacrima di Morro d Alba, senza contare che un famoso vino campano viene designato Lacrima o Lacrima christi. Le denominazioni errate e/o fuorvianti: Tra i molti appellativi con cui è stato chiamato il Magliocco dolce alcuni sono errati o fonte di confusione. Nel Lametino, ad esempio, è chiamato Greco nero, e anzi con questo nome è stato già iscritto nel RNVV nel 1970 (cod. 099). La sinonimia risulta non solo dalle nostre indagini, ma anche dalle descrizioni e dalle foto riportate nei testi redatti quali riferimenti per l Ampelografia italiana. Mazzei e Zappalà (1964) nel descrivere il Greco nero dell area di Lamezia, riportano anche il fatto che il vitigno è probabilmente distinto dai numerosi Greco nero di altre regioni italiane, sottolineando un caso tipico di omonimia. Non si hanno per ora informazioni sui Greco nero della maggior parte delle altre regioni italiane (Campania, Lazio, Marche, Puglia) la cui identità rimane dunque incerta; solo nel caso del Grecu nieddu coltivato in Sardegna, precise descrizioni corredate da analisi molecolari (Nieddu, 2011; Lovicu, 2017) fanno escludere che si tratti del Magliocco dolce-Greco nero qui trattato. Se è vero che storicamente il nome di Greco nero ricorre tra i vitigni calabresi, è anche vero che per mancanza di descrizioni o informazioni ampelografiche storiche dettagliate non è possibile capire quale fosse, tra quelli attuali, il Greco nero citato entro il 1800. In generale, dunque, anche se l adozione del nome Greco nero N. per il Magliocco dolce si profila di maggiore semplicità, la presenza di numerosi, distinti Greco nero può generare confusione, a meno che non si indichi anche il preciso territorio di coltura o reperimento di essi, legando il nome Greco nero ad un preciso territorio e a precisi vini DOP prodotti in Calabria. Sempre Mazzei e Zappalà, nella descrizione del Greco nero (1964), affermano che questo stesso vitigno a S. Eufemia e Sambiase è anche chiamato Marsigliana o Marcigliana.
Descrizione e Cenni storici
Si tratta di un vitigno presente in molte regioni del sud Italia, soprattutto in Calabria e Basilicata, e probabilmente un tempo di importanza colturale nelle regioni occidentali del Regno delle due Sicilie, assai più rilevante di oggi. Oggi il Magliocco dolce è alla base di produzioni enologiche qualificate nella regione Calabria, soprattutto nelle province di Cosenza, Catanzaro e Crotone.
Giovane germoglio
001 - Forma dell estremità - 5) Aperta
003 - Intensità della pigmentazione antocianica dei peli striscianti dell estremità - 1) Assente
004 - Densità dei peli striscianti dell estremità - 5) Media
Germoglio
006 - Portamento - 5) Orizzontale
007 - Colore del lato dorsale degli internodi - 1) Verde
008 - Colore del lato ventrale degli internodi - 1) Verde
Viticci
Lunghi e robusti.
016 - Distribuzione sul tralcio - 1) Due o meno
Foglia giovane
Le foglioline basali (4-6) spiegate o un po a coppa, rigide, fortemente bollose tra le nervature, di colore verde chiaro appena dorato con sfumature ramate deboli o assenti, inferiormente da cotonose a lanuginose.
La 4° è di colore verde appena dorato (talora debolmente sfumata di rosso), fortemente bollosa tra le nervature e inferiormente più o meno lanuginosa a seconda dei cloni.
051 - Colore della pagina superiore della 4° foglia distale del germoglio - 1/2) Verde/Giallo
053 - Densità dei peli striscianti tra le nervature della pagina inferiore della 4° foglia distale del germoglio - 5) Media
Apice
Verde biancastro, poco lanuginoso, foglioline apicali (1-3) un po a coppa, di colore verde appena dorato, inferiormente cotonose o lanuginose.
Foglia adulta
Media o medio-grande, nettamente pentagonale, trilobata o, se pentalobata, con i seni inferiori appena accennati.
I lobi laterali superiori sono divergenti, sviluppati ed appuntiti, quelli inferiori sono poco sviluppati ed hanno bordo arrotondato, soprattutto nelle foglie basali il lobo mediano è parecchio allungato.
Seno peziolare a V stretto, con margini appena sovrapposti, seni laterali a U, talora con un piccolo dente al fondo.
Lembo di colore verde scuro, lucido per una particolare cerosità, ben ondulato in ampie gobbe tra le nervature principali e le secondarie di primo ordine, con bollosità fine piuttosto accentuata, ma poco uniforme.
Profilo a coppa, con margini contorti in alcuni biotipi, revoluti o anche involuti in altri, punto peziolare verde o appena rosato a seconda dei cloni.
Denti medi o medio-lunghi, con margini da rettilinei a convessi, mucronati. Pagina inferiore con lembo aracnoideo e nervature glabre o debolmente setolose. Picciolo verde, medio-corto.
065 - Dimensione - 5/6) Media o Medio-Grande
067 - Forma del lembo - 3) Pentagonale
068 - Numero dei lobi - 2) Trilobata
070 - Pigmentazione antocianica delle nervature principali - 1) Assente
072 - Depressioni sul lembo - 1) Assenti
073 - Ondulazione del lembo tra le nervature principali o secondarie di primo ordine - 9) Presente
074 - Profilo - 2/4) A coppa con margini revoluti
075 - Bollosità della pagina superiore del lembo - 6) Medio-forte
076 - Forma dei denti - 2/3) Lati rettilinei o convessi
079 - Grado di apertura del seno peziolare - 5) Chiuso
080 - Forma della base del seno peziolare - 3) A V
081-1 - Presenza di denti nel seno peziolare - 1) Assenti
081-2 - Base del seno peziolare delimitata dalla nervatura - 1) Non delimitata
083-2 - Presenza di denti nei seni laterali superiori - 1) Assenti
084 - Densità dei peli striscianti tra le nervature principali (pagina inferiore) - 3) Debole
087 - Densità dei peli eretti tra le nervature principali (pagina inferiore) - 1) Nulla
094 - Profondità dei seni laterali superiori - 5) Mediamente profondi
Tralcio erbaceo
Di colore verde su entrambi i lati, internodi corti, estremità del germoglio appena ricurva.
Infiorescenza
151 - Sesso del fiore - 3) Ermafrodita
152 - Livello d inserzione della prima infiorescenza - 1) Fino al secondo nodo
153 - Numero di infiorescenze per germoglio - 2) Da 1,1 a 2 infiorescenze
155 - Fertilità (presenza d infiorescenze) delle gemme basali del germoglio (gemme da 1 a 3) - 7) Medio-alta
Grappolo
Medio o piccolo a seconda dei cloni, talora un po allungato, di forma conica, in genere compatto.
Generalmente ha una o due ali brevi, talvolta vi è una sola ala ben sviluppata o lungamente peduncolata, più raramente le ali sono assenti.
Peduncolo di lunghezza variabile tra il corto e il molto corto, robusto, di colore verde. I grappoli sono inseriti sul primo o secondo nodo prossimale.
202 - Lunghezza - 3) Corto
204 - Compattezza - 6) Mediamente compatto
206 - Lunghezza del peduncolo - 1) Molto corto
208 - Forma - 2) Conico
209 - Numero di ali - 2) 1-2 ali
Acino
Di dimensioni medie o medio-piccolo, ellissoidale corto.
Buccia piuttosto spessa, molto pruinosa, di colore blu-nero. Polpa non molto consistente, di sapore gradevole quando ben matura.
220 - Dimensione - 3/5) Medio-piccolo
223 - Forma - 2/3) Ellissoidale corto
225 - Colore dell epidermide - 6) Blu-nero
228 - Spessore della buccia - 5) Media
230 - Colorazione della polpa - 1) Nulla
235 - Grado di consistenza della polpa - 1) Molle
236 - Particolarità dell aroma - 1) Nessuna
241 - Formazione dei vinaccioli - 3) Completo
Utilizzazione
Uva da vino